In un Paese come il nostro, ove il concetto di
Meritocrazia è astratto, sono pochi a sapere che
nei Paesi di origine anglosassone le cosiddette "lettere di raccomandazione"
sono, invece, un passo imprescindibile per accedere alla base della "scalata
sociale": le Università.
Tali raccomandazioni sono sempre
scritte e non costituiscono pregiudizio né per chi le chiede, se le
merita, né per chi le rilascia, se ben conosce il destinatario.
Nel Belpaese, invece, chiedere sottobanco una
raccomandazione è prassi consolidata: per questo nessuno penserebbe di farle o
richiederle per scritto, considerando che il motivo per cui si richiederebbero
sarebbe, ancora, per accedere in qualche posizione immeritata o, comunque,
meritata più da qualcun altro.
Nel 1993, invece, di proposito chiesi
ed ottenni, molte referenze scritte da parte di
tante persone che già da tempo mi conoscevano: inoltre la mia richiesta era
finalizzata a costruire qualcosa di positivo e, soprattutto, senza derubare
alcuno di qualcosa che gli spettasse più che a me.
Furono, infatti, le "referenze
scritte" a spalancarmi molte porte iniziali, poiché chiunque mi avesse
negato qualcosa (così anche il credito bancario) non lo avrebbe negato a me ma,
soprattutto, a persone autorevoli già stimate che avevano intercesso in mio
favore, le quali "certificavano" la mia rettitudine pregressa.
Quale banca, ad esempio, mi avrebbe negato il credito
iniziale, godendo io referenze da parte del Consulente Legale di quella banca che, ancor prima, era stato mio insegnante di Diritto e che quindi attestava
la mia serietà e preparazione scolastica?
Ma anche: quale banca avrebbe disatteso le referenze
personali, prodotte dal direttore della banca che, per prima, aveva aperto il
mio conto?
Quale imprenditore mi avrebbe negato la propria
fideiussione, presso la propria banca, se ad intercedere in mio favore presso
tale imprenditore, era il Presidente dell'Associazione commerciale che egli
stesso sosteneva?
Chi, oggi, pensasse insomma che, per me, sia stato facile
ottenere 350 mila euro, senza garanzie, ottenendoli
da otto diverse banche, sbaglia di molto; ma sbaglierebbe anche di
molto chi pensasse che, facendo ripetere il mio esperimento a tanti
Giovani Meritevoli, questi non otterrebbero quanto,
o forse più, di me, innescando così prepotentemente un virtuosismo SOSTENIBILE dal quale, né
banche, né compagnie assicurative ... né politicanti, vorrebbero rimanere
esclusi.
Infatti, dopo che io avevo ottenuto presso la Cassa di Risparmio di
Spoleto (OGGI INTESA SANPAOLO) ciò che altre banche dicevano di non poter erogare, queste accettarono
tutte temendo di perdere il nuovo filone creditizio che stavo proponendo al
quale aveva dato il proprio "la", dal
punto di vista tecnico, non una persona qualsiasi, ma il Direttore Generale di una banca Romagnola,
oggi a miglior vita, il quale ringrazio ancora di cuore dopo
tanti anni.
Adesso sarebbe sufficiente che, in Italia, persone
autorevoli e pubblicamente già stimate a livello
nazionale, dicessero che quel che ho fatto io è sostenibile ... sarebbe
sufficiente anche un solo Sindaco ... purché di una città grande e, soprattutto,
dove è già radicato lo spirito imprenditoriale.
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